Caterina

Mi chiamo Caterina, ho 56 anni, e da giugno mi sono dimessa da un posto pubblico. Sono medico ginecologa e lavoravo in un consultorio pubblico, da anni soffrivo sentendomi fuori posto, non con le donne con cui non ho mai avuto problemi, amo il mio lavoro, ma con tutto ciò che può essere definito sistema, con l’impossibilità di modificare, migliorare, accrescere la struttura lavorativa, con il non poter scegliere nè l’ambiente, nè chi ti circonda, non voglio soffermarmi sui particolari, perchè ognuno ha la sua esperienza, io ho fatto quanto era nelle mie possibilità per migliorare o accettare, ma non sopporto di lavorare guardando il calendario per vedere i sabati e domeniche, o i ponti. Negli anni ho sempre coltivato e incrementato le mie conoscenze, visto che non ero soddisfatta, e così mi sono specializzata in sessuologia, psicoterapia e omeopatia, e avrei voluto continuare nel pubblico. Ma ogni giorno mi lamentavo, e vivere così non fa bene a se stessi e a chi ti circonda.
Pian piano è maturata la decisione anche leggendo dei libri che ho visto consigliate anche voi. Sono stata sostenuta da mio marito e dai miei figli e mi sono dimessa. Ho rinunciato allo stipendio sicuro, si avrò una pensione minima, ma a 67 anni. Sto mettendo a frutto le mie conoscenze, la cosa più difficile è stata credere in me stessa e continuare a crederci ogni giorno, poi ho ridotto le spese, abbiamo e ci circondiamo tutti di tante cose inutili! E sta andando meglio di quanto credevo, faccio il privato a modo mio, giro tanti studi e pratico prezzi bassi, tengo seminari al femminile, vado nelle scuole a parlare con i ragazzi e le ragazze, gestisco il mio tempo, mi accorgo delle stagioni, rido molto di più, e guadagno tre volte di meno ma me lo faccio bastare, è difficile uscire fuori dal sistema tutti hanno pensato che fossi ricca di famiglia o che mi dessero la pensione o altro, non tutti hanno capito, ma ho smesso di cercare la comprensione, cerco di andare d’accordo con me stessa e le idee fioriscono in abbondanza.
Complimenti per l’idea e il sito, mi permetto di non apprezzare il paragone con la concordia