Elena Chiarini: «Il PeR, un luogo dove riprogettare la tua vita»

Splendida la testimonianza di Elena Chiarini, che ha preso parte al corso “Cambiare vita e lavoro. Istruzioni per l’uso" al PeR, il Parco dell’Energia Rinnovabile, accompagnata nel percorso da Paolo Ermani e Alessandro Ronca, che hanno guidato anche gli altri partecipanti.

«Il Per è un luogo dove puoi sederti ad aspettare la tua anima quando credi che sia rimasta indietro, ed insieme a lei riprogettare la tua vita” scrive Elena, alla quale auguriamo di procedere verso un orizzonte galvanizzante e gratificante!

«Penso di non sbagliarmi se dico che il PeR rinnova “anche” l’Energia delle persone che come me vogliono e possono migliore se stessi facendo sì, come dice Papa Francesco, che “…l’ecologia integrale diventi un nuovo paradigma di giustizia, perché la natura non è una ‘mera cornice’ della vita umana” – ci ha scritto Elena – Per questo ho preso parte al corso sul Cambiamento. Sono una donna nel mezzo del cammin della sua vita professionale bresciana. A un certo punto, non ben identificato, mi sono resa conto che da ormai 30 anni sto girando nella ruota come un criceto e scendo giusto per qualche giorno all’anno per spostarmi in un’altra ruota, sita al mare o in montagna a seconda della disponibilità di tempo, sempre pochissimo, e soldi mai abbastanza».

«A causa dell’allarme Covid, mi sono trovata costretta a cambiare il ritmo di questa corsa sfrenata, sentendomi totalmente inadeguata e incapace di accogliere questo cambiamento repentino – prosegue Elena – Licenziata e obbligata a stare segregata in isolamento in un appartamento senza giardino e senza balconi in centro alla città, per ben 56 giorni. Aiuto, vado in astinenza da stress e quindi cosa faccio? Cerco disperatamente un lavoro, devo sopravvivere, chiedo aiuto, e voilà: trovo un lavoro da svolgere a casa; così magicamente, con grande spirito di adattamento, eccomi lì, di nuovo saltata su un’altra ruota a correre come un criceto….».

«Un giorno di sole meraviglioso, tristemente omologata al mio ritmo cardiaco anaerobico sotto soglia media, mi sono trovata a googolare…scrivendo: “Ma come si fa per cambiare vita?” – prosegue Elena – Ed ecco che mi si presenta in pole position il sito del giornale su cui stai leggendo, in testata un banner che diceva “Cambiare Vita e Lavoro istruzioni per l’uso” !!! Wauuuu … allora è vero che Internet ci ascolta… Riporto quello che ho letto in quel momento, che si adattava perfettamente a me:

Il Cambiamento è qualcosa di sottilmente diverso per ognuno di noi, ma il comune denominatore è senz’altro il desiderio di trasformarsi, di modificare prospettiva e situazione, poiché quella che si credeva essere la nostra “zona di comfort” non è più tale e inizia a stare stretta. Di qui il desiderio di aprirsi a orizzonti e paradigmi nuovi, non ipotizzabili in precedenza non perché inaccessibili o troppo ambiziosi, ma semplicemente perché al di fuori di schemi predefiniti ai quali ci si adatta per convenzione e abitudine.

Ri-wauuuuu, devo approfondire perché questa è roba che scotta. Ed ecco che sono arrivata al PeR, questo bellissimo casale, piacevolmente stupita di quanto sia tutto così confortevole e tutto così eco-sostenibile. Ma come? Credevo che vivere in maniera “Eco” significasse rinuncia a comfort e bellezza; invece al PeR c’è il giusto equilibrio fra la Natura, la Tecnologia e l’Essere Umano».

«Sì, una natura selvaggia e rigogliosa, un insieme di tecnologie a lei rispettose, e insieme a me un sacco di bella gente che, scesa dalla propria ruota esattamente come me, ha deciso per una volta nella vita di uscire, di rompere lo schema, di esplorare per informarsi, confrontarsi, e quanta sana contaminazione ha generato questo incontro, quindi giù dalla ruota c’è un mondo, e chi l’avrebbe mai detto? Ognuno il suo sogno, ne cito alcuni sperando che gli amici non me ne vogliano, ma sono così belli: chi arriva dal Messico e vuole fare l’eco-imprenditore tutto a 1 euro; chi vuole mettere la sua casa su ruote; a qualcuno che ha cresciuto 4 figli basterebbe riuscire a prendersi del tempo per se e sarebbe già una grande conquista; c’è un’agronoma che vorrebbe fare l’elettricista negli ospedali di Emergency; un giovane inglese amante dell’orto che vuole costruire giardini commestibili; una cantante lirica francese che ci fa vibrare in natura; e io Italianissima bresciana che per anni ho lavorato nel mondo del profit con il baratto multilaterale, che vorrei trovare il modo di mettere a frutto il mio sapere nel sociale».

«C’è anche qualcuno a cui basterebbe imparare a vivere nel qui e ora… Che dire un bouquet di bellezza di voglia di vita, di Energie Umane con voglia di Rinnovarsi, trovando la pazienza di progettare, di iniziare nuovi percorsi, di compiere un passo, di non volere la soluzione per tutto subito ma di iniziare un processo di trasformazione, di ri-cominciare di mettersi a confronto e di crescere da soli e/o insieme. E quindi un “GRANDE GRAZIE” a tutti coloro ci credono e vogliono provare a fare la differenza. Grazie alla maestria di Alessandro nel rendere comprensibile anche ai non addetti ai lavori temi complessi ma assai Intriganti. Grazie alla competenza e alla precisione di Paolo, nel farci toccare con mano la sua reale esperienza di “vita Vera" così da rendere tangibile che lo scollocamento esiste. Grazie all’impeccabile organizzazione di Maurizio e alle silenziose ma operose donne del Per che hanno deliziato i nostri palati, coccolandoci e facendoci sentire al centro. Grazie ai miei compagni di corso che con voci, silenzi parlanti, tamburi chitarre, parole e poesie e tanta vita vissuta, mi hanno fatto sentire che siamo in tanti a crederci prima di tutto con il cuore… e quando parte quello… è inevitabile che scocchi una nuova scintilla…GRAZIE».

«Grazie al Per, grazie all’Ufficio di Scollocamento, grazie all’associazione Paea, grazie al giornale il Cambiamento.it. Credo che una bella metafora con cui posso riassumere questa esperienza è di Martin Heidegger il quale dice che: La mia vita è come un isola, io la percorro tutta, la spiaggia, i promontori, le insenature, e quando ho terminato il periplo dell’isola e torno al punto di partenza, mi accorgo di una cosa che là dove finisce l’isola comincia l’oceano e che il confine dell’isola è l’inizio dell’infinito».