Andrea

Ciao, mi chiamo Andrea, ho quasi 40 anni e – come mi ha recentemente definito qualcuno – sono uno scollocando “autodidatta”.
Per come la vedo io – e non mi stancherò mai di ripeterlo – lo scollocamento non è semplicemente una “scelta”. E’ piuttosto un… processo. Un processo fatto di tante scelte, se volete. Ma non è una decisione che si possa improvvisare da un giorno all’altro. E nemmeno da un anno all’altro. Occorrono anni.
Scollocarsi, emanciparsi da un sistema di dis-valori di cui siamo inconsciamente vittime, può solo essere il risultato finale di una sequenza di scelte lunga, ostica (spesso osteggiata) che mette a dura prova la tenacia individuale e, per chi ce l’ha, della famiglia.
Da un punto di vista comportamentale, credo che lo scollocamento sia innanzitutto un ESERCIZIO DI RINUNCIA.
La pratica quotidiana del disabituarsi alle “cose” della nostra vita precedente è il primo, unico esercizio per affrontare efficacemente un percorso di scollocamento. Per mia moglie e per me è stato così, almeno.
“Togliere!” sentenziò Mauro Corona, quando gli fu chiesto perché indossasse sempre, anche in inverno, una maglietta senza maniche. In quel verbo c’è il senso assoluto del cambiamento. Eliminare il superfluo. Eliminare tutto quello che non ha impedito, ai nostri nonni, di condurre una vita esemplare e all’insegna della salute. Tutti i gingilli con cui ci seduce il progresso sono solo… sabbie mobili. Dobbiamo liberarcene. Per tornare a vivere.
E c’è un altro aspetto, molto inebriante: riuscire a… “togliere” procura soddisfazioni enormi!
Togliendo, capisci di essere molto più forte (o “resiliente”, direbbe chi se ne intende davvero) di quanto avessi mai immaginato. Capisci che molte cose non sono – non dico necessarie – ma neanche… utili. Scopri la bellezza di farti aria con un foglio di carta, quando il termometro segna 38°. Scopri l’autenticità di una telefonata ad un amico, invece di postare un messaggio su un social network. Scopri l’euforia che ti prende quando costruisci un muro di sasso con le tue mani, anziché pagare centinaia di euro a un’impresa edile.
La sensazione più inebriante di tutte, però, è la progressiva dissoluzione della… paura! Ti senti, non esagero, un dio. Senti di poter fare qualsiasi cosa. Senti di poter rinunciare, oggi, a una fetta di stipendio, per esempio. Sapendo che presto, potrai e vorrai e dovrai rinunciare anche al resto. Senti di poter affrontare qualsiasi imprevisto. Di poterti ri-pensare e re-inventare sotto qualsiasi forma. Senti di poterti cimentare in qualsiasi impresa o professione. E senti, intimamente, che quell’impresa potrà esclusivamente concludersi con un successo. E se successo non sarà, lo sarà comunque l’aver… tentato!
Ogni forma di paura – o anche solo di titubanza – scompare. Questo è – almeno per me – lo scollocamento.
Cominciare è dura. Ma perseverare è eroico. E rende quindi… silenziosamente eroi.
Un caro saluto a tutti gli eroi silenziosi!
Andrea
Il mio Blog: 
Low Living High Thinking